Aree interne
In Italia, la mappa delle situazioni territoriali in condizioni di abbandono e di fragilità ambientale, economica e socio-demografica è sempre più articolata e diffusa. Molte di tali situazioni non trovano tuttavia riferimento nelle geografie dei programmi nazionali per la coesione territoriale, non rientrando nei parametri e nei perimetri delle città metropolitane dinamiche, né nella classificazione istituzionale delle aree interne più marginali e in spopolamento. Quando parliamo di “aree interne e dintorni” non ci riferiamo quindi in maniera “stretta” ed esclusiva alle aree già oggetto della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) e dei progetti pilota in esse avviati. Pur riconoscendo le forti potenzialità della SNAI in termini di apertura di un dibattito e di nuovi fronti operativi, quello che proponiamo è uno sguardo “fuori baricentro”.
Nello specifico, le attività promosse dal Gruppo sono orientate a:
- costruire un repertorio ragionato di esperienze interpretative e di progetto in territori “marginali”, “fragili”, “in-between” del nostro paese, che ne metta a fuoco le condizioni di criticità e le potenzialità; esito auspicato è una tematizzazione diversa/complementare a quella sin qui offerta dalla SNAI, quale utile supporto alla costruzione di politiche e progettualità future;
- avviare una riflessione critica sugli esiti delle politiche e delle progettualità (promosse dall’alto o dal basso) a oggi avviate o in programma, quale azione necessaria a stimolare più efficaci approcci all’utilizzo dei fondi ordinari e straordinari, pratiche di apprendimento all’interno delle istituzioni e degli attori territoriali, processi di messa in rete di risorse, azioni e soggetti (sia italiani, sia esteri).
L’utilità delle operazioni che il Gruppo “Aree interne e dintorni” intende promuovere si esprime quindi su diversi livelli – locale e nazionale – anche in rapporto all’avvio della Programmazione 2021-27, delle politiche per la coesione e degli assi di finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e della necessità di ribadire la centralità che i temi della valorizzazione delle diverse identità e vocazioni dei territori deve assumere – con sempre maggior forza – all’interno delle Agende nazionali.