Cambiamenti. responsabilità e strumenti per l’urbanistica al servizio del paese
CATANIA
16 — 18 GIUGNO 2016
Esistono ancora le città, nel modo in cui sono state tradizionalmente definite? Quale forma assumono i processi di urbanizzazione a scala regionale e globale? Quali progetti, quali strumenti e quali politiche di governo è possibile disegnare per i territori e le società in transizione? Come garantire diritto alla città, coesione sociale, giustizia spaziale e (ri)costruzione dei luoghi, nel processo di trasformazione dei sistemi insediativi?
Gli insediamenti urbani attraversano un periodo turbolento di cambiamento materiale e immateriale, morfologico e sociale, del quale è possibile sottolineare i seguenti aspetti:
• la progressiva erosione dei confini tra urbano e suburbano, tra centro e periferia, tra città e campagna, tra inside e outside;
• la crescente differenziazione (culturale, sociale, funzionale, simbolica) del territorio periurbano ed ex-periferico, e la diffusione di stili di vita urbana a scala territoriale;
• la non linearità del gradiente di densità urbana dal nucleo centrale al territorio esterno e l’emersione di condensazioni di urbanità nei territori marginali e intermedi;
• le dinamiche spesso intrecciate di decentramento e ri-centralizzazione, con la creazione di nuove polarità entro e oltre le aree metropolitane;
• la persistenza, e in molti casi il rafforzamento, delle reti policentriche di città a livello regionale o sub-regionale, spesso legate a particolari contesti fisiografici e a matrici storiche definite;
• la formazione o il consolidamento di corridoi sovraregionali che mettono in collegamento, non solo infrastrutturale, i sistemi urbani, le aree metropolitane, le regioni, travolgendo i confini fisici e istituzionali;
• la crescita di un sistema onnidirezionale e imprevedibile di movimenti e di trasferimenti materiali e immateriali di persone e di cose, e la dialettica tra dotazioni e flussi, insediamenti e corridoi, argini e comunicazioni;
• la diffusione di una rete sempre più ramificata di economie circolari, di lavori e attività condivise, di esperienze di auto-produzione abitativa, di manutenzione sociale del patrimonio e del paesaggio, di processi di auto-organizzazione sociale;
• la ricchezza del processo di costruzione e ricostruzione dei luoghi, attraverso l’impegno diretto degli abitanti, la collaborazione inter-istituzionale e sociale, la pianificazione interattiva e la sperimentazione progettuale.
La XXI Conferenza Nazionale della Società Italiana degli Urbanisti del 2018 si interroga sugli esiti spaziali, urbanistici e sociali della transizione in corso e sull’adeguatezza dei sistemi cognitivi, degli strumenti progettuali e degli orizzonti di senso dell’urbanistica e della pianificazione, raccogliendo la discussione intorno a tre parole chiave: confini, movimenti, luoghi.
Sono i confini, le scale, gli ambiti di pianificazione e di governo, le partizioni spaziali e le aperture, le perimetrazioni e le connessioni, a entrare in tensione in questa fase di transizione urbana e territoriale, ridisegnando una nuova geografia, mutevole e incerta, della vita urbana, sociale e istituzionale. È la straordinaria esplosione dei movimenti, delle nuove tecnologie di comunicazione, delle vecchie e nuove mobilità, dei trasferimenti delle persone e delle cose, delle idee e delle culture, a caratterizzare la transizione urbana e sociale, spesso in modo contradditorio, collegando e liberando mondi e persone, e insieme trattenendoli e imprigionandoli, creando nuove opportunità di relazione e insieme imponendo nuovi muri e nuove barriere. Sono infine i luoghi, e forse ancora le città, nella nuova geografia dell’urbano, ad assumere un ruolo decisivo nel tentativo di riconquista di sostenibilità ambientale e sociale, di qualità della vita, di sviluppo delle interazioni e di nuove prossimità, a partire dalle vecchie e nuove reti di resilienza sociale, di protagonismo degli abitanti, di processi di adattamento, evoluzione e auto-organizzazione collettiva.